Non tutti i siti comparativi sono utili per garantire il risparmio sulla polizza agli utenti. Secondo una recente indagine che ha tenuto impegnato anche il Codacons, i siti comparativi offrono troppa pubblicità e per via degli accordi che li legano ad alcune compagnie, finiscono per fornire delle indicazioni disomogenee e poco trasparenti. Ecco come si dovrà rimediare alla situazione.
I consumatori e in primo luogo gli automobilisti, hanno tutto l’interesse a risparmiare sull’assicurazione che fino a prova contraria impegna il 6% del reddito di una famiglia. Eppure con l’eccessiva pubblicità dei siti comparativi, rischiano di andare fuori strada. Anche i siti comparativi, infatti, stringono accordi con le compagnie assicurative e per via di questi accordi da cui dipendono le loro provvigioni, rischiano di confrontare prodotti non omogenei creando informazioni poco corrette e poco trasparenti.
La trasparenza e la correttezza sono i punti critici dei siti comparativi e non sono al sicuro nemmeno quelli che propongono il confronto tra le polizze auto e moto. L’IVASS ha denunciato la situazione ed ha richiesto ai siti internet di correggere le loro valutazioni entro il 31 gennaio 2015. L’indagine dell’istituto di vigilanza è arrivata in seguito al boom di preventivi online per le assicurazioni auto. Soltanto nel 2013 ne sono stati archiviati 12,9 milioni in 6 siti che operano sul nostro territorio nazionale.
Le verifiche – come riportano le principali agenzie stampa – hanno fatto emergere che:
“i siti comparano solo (o prevalentemente) i prodotti di poche imprese con cui hanno concluso accordi e da cui percepiscono provvigioni in relazione a ciascun contratto stipulato attraverso di essi. Il numero delle compagnie pubblicizzate è in genere superiore a quello delle imprese effettivamente confrontate e la comparazione è basata esclusivamente sul prezzo e non tiene conto delle diverse caratteristiche dei prodotti in termini di massimali, franchigie, rivalse ed esclusioni. Ciò comporta “il confronto di prodotti disomogenei e non sempre adeguati alle esigenze assicurative dei consumatori, rischio amplificato dalla diffusa pratica dell’abbinamento automatico di coperture accessorie non richieste dall’utente.”