Il panorama assicurativo, anche quello italiano, è cambiato parecchio negli ultimi anni. Prima si conoscevano soltanto le polizze auto e moto, adesso si fa sempre più spesso ricorso anche alle polizze viaggio, alle polizze infortuni, alle coperture diverse da quella di tutela legale. Perché?
Le polizze di tutela legale non sono ancora usate con assiduità dagli italiani e in fondo sono anche poco pubblicizzate dalle compagni assicurative. In realtà la comprensione della copertura che offrono non è intuitiva e quindi si ha qualche difficoltà a capire a cosa servono. E poi c’è da mettere nel conto che gli italiani, siccome soffrono già il caro-polizza, sono poco propensi a pagare qualcosa in più se non è obbligatorio l’acquisto.
Si tratta naturalmente di ipotesi, poi alla prova dei fatti quel che resta è la scarsa diffusione delle polizze di tutela legale. Nel nostro Paese, considerando nello stesso calderone le famiglie, le imprese e i liberi professionisti, contiamo che soltanto 2 italiani su 10 hanno sottoscritto una polizza di tutela legale per proteggersi dalle questioni “legali” per l’appunto, che possono insorgere nella vita quotidiana. Basta pensare che anche per gestire gli affare condominiali, potrebbe essere necessario l’intervento di un legale.
Diverso è il caso dell’Europa in cui invece la percentuale di polizze per la tutela legale è alta: in Germania la sottoscrive una famiglia su 3 e in Austria una su 2.
Gli esperti dicono che gli italiani non hanno capito che con una polizza legale potrebbero accorciarsi i tempi di risoluzione delle liti, evitandone un ulteriore sviluppo giudiziario. A tal proposito è stato condotto un sondaggio che ha evidenziato come, dopo aver conosciuto il contenuto della copertura assicurativa per tutela legale:
– il 34,4% degli intervistati ha detto di poter spendere tra i 100 e i 250 euro per la propria famiglia;
– il 16,5% ha dichiarato di poter spendere fino a 500 euro;
– il 9,5% ha detto di poter spendere anche più di 500 euro.