Più o meno era un anno fa, e l’Antitrust parlava di aumenti delle tariffe di Rca mediamente del 15%, con massimi del 22% per i ciclomotori e di più del 30% per i motocicli. Apriti cielo. Le assicurazioni per le due ruote entrarono nell’occhio del ciclone per gli aumenti registrati tra il 2009 ed il 2010.
Come sempre accade in questi casi, c’era la contrapposizione tra chi vede nelle assicurazioni degli Arsenio Lupin sotto mentite spoglie – grazie anche ad una logica di cartello, per cui nessun assicuratore fa concorrenza agli altri – e chi rimprovera il carattere di una parte degli italiani, sempre pronti a cercare di truffare qualcuno o qualcosa.
Per questi ultimi, l’ondata di aumenti sarebbe dovuta all’indennizzo diretto: un meccanismo, introdotto dal D.P.R. del 18 luglio 2006 n. 254 a partire dal 1 febbraio 2007, che permette a chi subisce un danno di essere risarciti dalla propria assicurazione – mentre prima doveva essere pagato dall’assicurazione di chi era stato responsabile dell’incidente.
Il cambiamento avrebbe dovuto provocare una riduzione dei costi – oltre che dei tempi per ottenere giustizia – e pure delle tariffe. Secondo alcuni non sarebbe avvenuto così per le truffe – facilitate dal meccanismo dei forfait di liquidazione. Una tendenza che era arrivata all’attenzione dell’Antitrust stessa, che aveva chiesto un approfondimento a proposito di tale tendenza.
Un anno dopo, come spesso avviene in questi casi, non è stato fatto nulla. Sembra che alcuni parlamentari e alcune assicurazioni spingano verso un meccanismo che renda l’indennizzo diretto obbligatorio – per ora questa procedura è facoltativa.
Sembra quindi più sensato – per arrivare ad un ribasso delle tariffe Rca per ciclomotori e moto – rivedere, o forse si farebbe meglio a dire eliminare questo meccanismo e rivedere il sistema dei risarcimenti ritornando al vecchio principio del “chi rompe paga”. In questo modo si dovrebbe chiudere con questa situazione che vedere risarcimenti minimi e forti aumenti dei premi nelle polizze assicurative.