Il periodo di carenza nei contratti assicurativi è quel periodo di tempo che è compreso tra la data in cui viene stipulata una polizza assicurativa, e la data di avvio delle tutele previste dalla polizza. Non è infatti sempre detto che la sottoscrizione di un contratto debba coincidere necessariamente con la possibilità di fruire immediatamente delle prestazioni “acquistate”.
L’esistenza del periodo di carenza è giustificata dal fatto che le compagnie assicurative vogliono tutelarsi dalla possibilità di dover indennizzare il proprio cliente per problemi che al momento della stipula erano già a conoscenza.
L’elemento concettuale alla base del periodo di carenza è pertanto lo stesso che regola qualsiasi forma di assicurazione: l’assicurazione serve a tutelarci per gli eventi futuri, e non per quelli già manifestati. Se per esempio vogliamo intentare causa a un nostro vicino e per cercare di risparmiare i soldi dell’avvocato scegliamo di stipulare una polizza assicurativa di assistenza legale, è molto probabile che la copertura ci verrà negata poichè l’evento assicurativo era già sorto al momento in cui abbiamo stipulato una polizza.
Il periodo di carenza varia da polizza a polizza. In alcuni casi è pressochè inesistente (si pensi alle polizze di responsabilità civile auto: appena assicurati possiamo comunque iniziare a circolare su strada), in altri può arrivare a 90 giorni o addirittura a sei mesi o più (vedi anche cosa sono le informazioni precontrattuali).
Nell’ipotesi frequente di sottoscrizione di polizza vita, infortuni o malattie, il periodo di carenza varia da 30 a 180 giorni. In ogni caso, il nostro consiglio è quello di far evidenziare per bene, dal nostro consulente di fiducia, quali sono i periodi di carenza per le polizze che intendiamo acquistare: una migliore conoscenza di questa “latenza” può infatti metterci al riparo da sgradite sorprese, o da mere illusioni, nel momento in cui desideriamo fruire delle prestazioni precedentemente acquistate.