Sarà un 2014 all’insegna della sottoscrizione delle polizze vita. Archiviato il fallimento del 2012, riscattato da una crescita esponenziale nel 2013 (che si deve principalmente al pressing delle banche sull’offerta ai propri clienti), l’anno in corso sarà il secondo anno consecutivo d’oro per le compagnie. Lo sostengono gli esperti, secondo i quali il mercato delle polizze vita potrebbe salire ancora dell’8 per cento.
Tutto il merito è da attribuire alla caccia di redditività del canale bancario, il quale potrebbe facilitare una più ampia distribuzione anche di altri strumenti assicurativi.
Quello delle polizze vita è in altri termini un fenomeno che sta progredendo e che è destinato a elevarsi ulteriormente nei prossimi anni indipendentemente dagli andamenti dei mercati finanziari e dalle conseguenti scelte di investimento: è il mercato della protezione dei rischi e della finalizzazione del risparmio.
Se infatti c’è un effetto strutturale di questa profonda crisi è proprio il forte incremento della percezione dei rischi e la consapevolezza che, quando è possibile, occorre fare delle scelte che siano precise, che anticipino i tempi e che siano oculate.
In tutte le indagini di mercato che possono essere condotte, non a caso, l’aumento della percezione dei rischi (salute, longevità, non autosufficienza, ecc,) è molto più che una variante impazzita. Si tratta di una vera e propria costante, che caratterizza anche le fasce più alte della popolazione.
Le polizze vita sono prodotti maggiormente congruenti con le esigenze dei risparmiatori? Gli esperti li considerano prodotti – capaci di fornire un contributo significativo alla marginalità del distributore, che tendono a stabilizzare nel tempo i ricavi (essendo tipicamente ricorrenti), che ben si collocano nel quadro di un servizio complessivo di wealth management e che per questo tendono ad avere una valenza fidelizzante, caratteristica questa molto apprezzata in tempi di forte mobilità dei clienti.