Il car sharing sta prendendo piede anche nel nostro paese dove il traffico e i costi di manutenzione di un’auto scoraggiano molti automobilisti ad acquistare un veicolo nuovo. In parte, sull’uso della macchina in condivisione, incide anche il caro carburanti.
Molte aziende private riescono a mettere a disposizione della macchine da condividere a prezzi piuttosto contenuti, generalmente inferiori a quelli praticati da un normale noleggio. Il mezzo preso tramite car sharing, in più, può essere lasciato in più punti della città ed è maggiormente compatibile con le esigenze di chi deve fare brevi tragitti.
Tuttavia ci si chiede se in ambito assicurativo valgano le stesse regole che sono applicate tra gli automobilisti. Può capitare infatti di essere coinvolti in un sinistro anche quando si guida una macchina noleggiata. L’automobilista deve allora conoscere cosa rientra nell’assicurazione dell’auto e cosa invece è attribuito alla responsabilità del cliente e non è coperto dalla società.
Le regole possono variare da una compagnia all’altra ma in generale si usano le franchigie e valgono regole piuttosto generali: se il danno in caso di sinistro è quantificabile in una somma che non supera i 500 euro, allora è il cliente iscritto al servizio di car sharing a farsi carico del risarcimento. Se invece il danno è quantificato in una cifra che eccede la franchigia, allora, fermo restando che fino a 500 euro paga il cliente, il resto è coperto dall’assicurazione della compagnia.
Stiamo parlando ovviamente di sinistri, di incidenti e non di altri problemi che potrebbero sorgere alla guida. Se un’automobilista viola la legge, la multa è soltanto a suo carico. In caso di furto, invece, se non c’è dolo è la compagnia che paga. Con questo sistema di franchigie e conoscendo la situazione delle strade italiane, è ancora conveniente il car sharing?