Manca pochissimo al varo dell’obbligo di assicurazione sui rischi professionali da parte dei medici e di coloro che lavorano in ambito sanitario ed ospedaliero. Assicurazioni spesso molto onerose, in alcuni casi difficilmente sostenibili da parte dei diretti interessati e, pertanto, in grado di generare interruzioni dei servizi sanitari e conseguente instabilità nella fruizione degli stessi.
A lanciare l’allarme è l’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e degli odontoiatri, secondo cui è a questo punto inderogabile mettere un punto fermo, e trovare una soluzione reale ed equilibrata a un problema non più sopportabile dei medici. Il rischio è – appunto – che “si blocchi tutto il sistema”.
In altri termini, l’Ordine domanda che alle aziende sanitarie ed ospedaliere, pubbliche e private, sia imposto per legge di garantire la copertura assicurativa dei medici che vi operano e di risarcire il danno anche qualora le stesse ricorrano allo strumento dell’autotutela amministrativa. In questo modo, prosegue l’Ordine, si evita che il paziente possa rivalersi direttamente sul medico se l’azienda non procede al risarcimento o oppone l’impignorabilità dei beni, e persino nei casi in cui le responsabilità siano addebitabili proprio alla struttura e all’organizzazione, e non al singolo medico” (per quanto attiene invece le polizze “lato utente”, vedi anche la polizza salute di Banca Popolare di Sondrio).
“Occorre un nomenclatore del danno medico che preveda dei tetti per le singole voci, così come avviene in campo infortunistico personale e stradale” – afferma il presidente provinciale dell’Ordine, Roberto Lala – “A questo va affiancato una sorta di vaso di compensazione per quei risarcimenti che superino i limiti previsti dalla polizza stipulata, sul modello del Fondo Vittime della Strada. Perché continuando così a rimetterci saranno i pazienti più complessi sul piano clinico, proprio quelli che hanno più necessità di essere seguiti e curati: il rischio è che nessuno vorrà più farsene carico per paura di conseguenze penali ed economiche”.