Ci sono una serie di problemi legati all’uso delle macchine estere nel nostro Paese. Chi circola in Italia con un’auto immatricolata all’estero, da San Marino alla Romania, alla Polonia e via discorrendo, ha una serie di vantaggi fiscali. Ma come la mettiamo in caso di sinistri a livello assicurativo?
I veicoli con targa straniera che circolano in Italia sono sempre più numerosi e questo dipende dal fatto che i mezzi immatricolati all’estero sono guidati da residenti sul territorio nazionale che godono di una serie di vantaggi, quali l’elusione del bollo, il pagamento ridotto dell’assicurazione auto, la mancata notifica di eventuali multe o del fermo amministrativo e la sottrazione del veicolo ai controlli del Fisco.
Per porre fine a questo sistema di garanzie è stato proposto un maxiemendamento alla legge di Stabilità che dice:
il Governo ha presentato un maxi-emendamento che contiene una modifica all’articolo 103 del Codice della Strada, ovvero subordinare l’esportazione dei veicoli alla loro reimmatricolazione estera.
Le vetture radiate per essere esportate, infatti, dovrebbero varcare il confine a seguito dell’avvio della relativa pratica: tuttavia, molte di queste auto – soprattutto di lusso – continuano a viaggiare sulle nostre strade con targa straniera. L’escamotage è quello di intestare il veicolo a parenti o amici residenti in altri Paesi – sempre più spesso Bulgaria o Romania – oppure rivolgersi addirittura a prestanome o società di comodo.
Bisogna fare una precisazione sulla normativa che prevede che un automobilista italano possa circolare con questi veicoli al massimo per sei mesi, anche se il periodo è legato agli effettivi controlli da parte delle Forze dell’Ordine, in quanto non è semplice calcolare il tempo di permanenza del mezzo. Come spiega il Segugio:
Insorge contro l’emendamento l’Unione Nazionale Consumatori che suggerisce all’esecutivo di risolvere il problema accertando la continuità di utilizzo del veicolo con targa straniera: dopo i sei mesi l’auto deve essere obbligatoriamente reimmatricolata in Italia.