Il Decreto Destinazione Italia in discussione al parlamento continua a suscitare critiche e problemi. Prima i carrozzieri, che lamentano limitazioni al mercato per effetto della proposta di risarcimento dei danni non in denaro ma direttamente alle carrozzerie convenzionate. Poi diverse associazioni dei consumatori e partiti politici, che vedono il rischio di favori alle compagnie assicurative.
Le compagnie assicurative, in un certo senso, si lamentano allo stesso modo. L’obiettivo è pagare meno per le lesioni gravi e si cerca di convincere il governo a inserire norme in tal senso anche per abbassare il costo delle assicurazioni.
Il presidente dell’Ania Aldo Minucci ha affermato: “Servono, da parte del Governo, più coraggio e una maggiore fiducia nelle forze di mercato per risolvere il problema dell’assicurazione auto in Italia, dominato da un sistema di regole e comportamenti che presenta forti anomalie rispetto agli altri paesi europei e penalizza così decine di milioni di automobilisti. Innanzitutto va approvata dopo sette anni la tabella unica per il risarcimento dei danni fisici di grave entità, una misura fondamentale per avvicinare il costo della Rc Auto in Italia al livello degli altri Paesi europei”.
L’Ania trova contro il Cuspit, Comitato patrocinatori stragiudiziali, e l’Associzione vittime della strada. Secondo queste associazioni, il riferimento dovrebbe essere alle tabelle del Tribunale di Milano, che sono il doppio di quelle volute dall’Ania. Questo significa che il rimborso delle compagnia assicurative in caso di lesioni gravi sarebbe la metà rispetto alle tabelle del Tribunale di Milano, che sono sugli stessi parametri di quelle europee. La differenza è la considerazione dei danni morali.
L’Ania chiede quindi al governo di intervenire per cambiare il Decreto. La cosa strana è che anche le associazioni chiedono che lo stesso venga cambiato affermando che è sblilanciato a favore delle compagnie di assicurazione.