Una tariffa unica in tutta Italia per l’assicurazione auto? Un calcolo del rischio, dal quale dipende il prezzo, su base nazionale? Eliminare le differenze anche alte tra città e regioni? Se ne discute e si fanno delle proposte, ma ci sono dei muri da superare. Uno di questi è l’Ania, l’associazione nazionale delle imprese assicuratrici. Da loro arriva un deciso no a queste ipotesi per diversi motivi.
L’Ania si è espressa negativamente in riferimento agli emendamenti al Decreto competitività sull’Rc Auto. La sua posizione non è favore della tariffa unica e degli sconti automatici per gli automobilisti virtuosi. Il perché lo spiega il presidente dell’Ania Aldo Minucci durante la presentazione di una ricerca realizzata dall’associazione in collaborazione con la American Chamber of Commerce in Italy. Il primo aspetto che viene sottolineato è che la tariffa unica non allineerebbe i prezzi verso il basso, ma verso una media.
La questione della differenza di prezzi tra le zone è però una realtà quasi discriminate. Due persone entrambe automobilisti virtuosi si trovano a pagare un prezzo che può essere molto diverso. Una soluzione a questo problema non si è trovata e sembra ancora difficile che si possa trovare.
I prezzi si basano sulla provincia e sul calcolo del rischio della stessa. Le frodi e le truffe aumentano il calcolo del rischio. Le persone che attuano frodi e truffe alle compagnie di assicurazioni pensano di fare un guadagno attraverso uno sgarbo alle stesse compagnie di assicurazione, ma le cose non stanno in questo modo. In effetti, lo sgarbo è perpetrato nei confronti della comunità, perché le compagnie di assicurazioni si rifanno sui costi totali per recuperare quanto perso e questo porta all’aumento dell’assicurazione auto. Da una parte c’è quindi la rigidità delle compagnie di assicurazione, che curano la propria attività ma che spesso hanno eccessivo spazio di movimento, dall’altra chi non si comporta bene contribuendo agli aumenti dell’ultimo periodo.