In questi anni abbiamo sentito più di una volta parlare della scomparsa delle province, al momento però, queste organizzazioni territoriali e amministrative persistono e rispetto alle assicurazioni auto beccano anche il 60 per cento delle imposte. Ecco come fanno il pieno di soldi con le RCA anche le province. Se le assicurazioni auto sono molto costose in Italia, tanto dipende dalla scarsa concorrenza tra le compagnie ma come per il prezzo della benzina, anche in questo caso sono importantissimi i prezzi delle imposte. Adesso poi si scopre che le Province, considerate enti intermedi, anziché essere prossime alla scomparsa, sono prossime all’incasso.
Le imposte collegate alle assicurazioni, infatti, vanno anche a finire nelle casse delle Province che si mettono da parte il 60% delle tasse pagate dagli automobilisti. I dati dell’Ania, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, spiega che alle province spetta qualcosa come 2,3 miliardi di euro. Per fare un esempio pratico diremo che su 100 euro che un automobilista paga alla compagnia assicuratrice 10,5 euro va al SSN, il Servizio Sanitario Nazionale e 16 euro alle province.
Le casse delle Province accumulano il 60% delle tasse e il bello è che tutte le amministrazioni concorrono alla raccolta di questi soldi in modo proporzionale al numero delle polizze sottoscritte e delle aliquote applicate. L’imposta di base è del 12,5 per cento ma come per gli altri tributi di competenza locale, le amministrazioni possono decidere se aumentare o diminuire l’imposta fino al +3,5%. Nel 2011, tanto per citare qualche numero, l’80% delle PA ha aumentato l’aliquota del massimo consentito.
La parte dell’imposta versata al SSN, questa è una novità per il 2014, non sarà più deducibile dal punto di vista fiscale come l’anno scorso quando si potevano dedurre le somme della dichiarazione della parte che eccedeva i 40 euro.
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