Riscatto o rendita vitalizia delle polizze vita

È sempre più frequente tra i cittadini l’uso delle polizze vita come forme di risparmio e accumulo di capitale. Una volta finito il tempo dei versamenti, però, c’è da chiedersi se sia più conveniente il riscatto del capitale o la rendita vitalizia.

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Scegliere tra rendita vitalizia e riscatto del capitale della polizza vita, è un dilemma davanti al quale si trovano moltissimi cittadini, soprattutto quelli che da giovani hanno scelto di sottoscrivere un’assicurazione vita per accantonare i risparmi durante il periodo lavorativo.

Un esperto del settore prova a spiegare la rischi e vantaggi dell’una o dell’altra scelta. La premessa che in questi casi si fa è relativa all’opzione: chi sceglie la rendita vitalizia, nel caso in cui il beneficiario muoia prima di aver riscattato integralmente il premio, non potrà avere il restante per gli eredi. Insomma, quello che non viene versato, causa decesso, è perso. La seconda premessa che si fa è sull’irreversibilità della scelta, che induce ad essere sempre molto cauti.

Sul piatto della bilancia ci sono diversi tipi di polizze, quindi quando si sceglie tra capitale e rendita è bene considerare anche l’opzione rendita per 10 anni, la reversibilità e tutte le altre casistiche.

Per aiutare chi contrae una polizza vita nella scelta tra riscatto e rendita vitalizia, su Webeconomia si fa un esempio pratico: chi sottoscrive la polizza è un uomo di 35 anni che decide di pagare il premio per 20 anni e arrivato al 55esimo compleanno sa di aver maturato 100 mila euro. Al momento di scegliere tra capitale e rendita, ragionando solo in termini economici, sceglierebbe la rendita vitalizia.

Il capitale, con le rivalutazioni annue del 2,5% lordo al netto delle tasse al 26%, sarebbe azzerato con assegni costanti dal 55esimo anno, fino agli 83 anni, per un gruzzoletto che mediamente è di 4405 euro all’anno.

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